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Avere ragione

Stante il titolo di questo blog, non posso omettere per ragioni di pertinenza tematica di pubblicare questa intervista che il sito Intelligonews.it mi ha fatto per rimarcare il fatto che AVEVO RAGIONE. L’autore è Andrea De Angelis. Un sorriso, Chiara.

Chiara Geloni in una nostra intervista affermò: “Vedremo questo “ciaone” a chi sarà rivolto nei prossimi mesi: credo che lascerà qualche ferita nel campo della sinistra, difficilmente rimarginabile”. Detto fatto, visto che lo stesso Renzi nel commentare l’esito delle comunali ha affermato: “Chi vota contro il Pd a sinistra mi sembra vada più verso i 5Stelle che da Airaudo o Fassina”. Insomma, un attacco, ma anche un’ammissione. Tanto che Di Maio non ha aspettato un attimo per colpire nel segno: “Non ho mai visto il Presidente del Consiglio dei Ministri così imbarazzato come oggi in conferenza stampa. I cittadini gli hanno restituito il “ciaone” e lui finge di nulla”, ha scritto su Facebook il membro del Direttorio 5 Stelle. IntelligoNews ha richiamato dunque Chiara Geloni che ha così commentato l’esito delle elezioni amministrative…

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Pensiamoci, domattina

Ecco io stesso cercherò le mie pecore
e ne avrò cura.
come un pastore passa in rassegna il suo gregge
quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse,
così io passerò in rassegna le mie pecore
e le radunerò da tutti i luoghi
dove vivevano disperse
nei giorni nuvolosi e di caligine.
(Ezechiele, 34, 11-12)

Questo post è un pensiero per quelli che “è stata la mia prima campagna elettorale da libero cittadino”.
Per quelli che non gli era capitato da vent’anni, o da mai.
Per quelli che domani voteranno per protesta o per rassegnazione o per nostalgia, o per la prima volta nella loro vita resteranno a casa.
Per quelli del cui voto non importa a nessuno, perché “l’astensionismo è un fatto secondario”, e “l’obiettivo minimo è andare al ballottaggio”, e comunque “conta solo ottobre”. Per quelli che non pensavano neanche che si potesse vivere senza essere militanti. Per quelli di cui si parla come fossero ottusi vecchi comunisti coi baffi, e sono splendidi ragazzi e ragazze che magari nella vita non hanno mai votato altro che l’Ulivo e il Pd (che poi pure se fossero vecchi e avessero i baffi, eh).
Per quelli che in tv a fargli la morale sul “voto utile” (a chi?) ci sono parlamentari che nel Pd non sono nemmeno stati eletti.
Per quelli che scrivono sui social “accidenti a voi per come mi avete fatto diventare”.
Per quelli la cui passione e la cui bravura vanno sprecate.
Per quelli che fingono che non gli importa, si iscrivono a francese, postano i gattini, vanno al cinema il giorno dei comizi di chiusura.

Chissà come vi sveglierete domattina e che cosa deciderete di fare. Chissà se qualcuno penserà a voi. Io lo farò, io sì. È una promessa. E anche voi se leggete, pensate a me.

Eleggere il nuovo senato: l’uovo di Fornaro

Oggi sul quotidiano Il Dubbio

Perché gli esponenti della minoranza Pd insistono nel porre a Renzi le loro condizioni per il sì alla riforma costituzionale, al prezzo di una porta in faccia al giorno? Delle tre condizioni della minoranza – il carattere non plebiscitario della campagna elettorale, la modifica dell’Italicum, l’esigibilità dell’accordo sull’elezione del nuovo senato – le prime due sono tutte “politiche”: dipendono cioè da condizioni generali, che solo in minima parte hanno a che vedere con gli equilibri interni al Pd. Ma per la terza è diverso. E a palazzo Madama c’è qualcuno convinto che la soluzione sia davvero a portata di mano. “E’ la quadratura del cerchio”, dice il senatore Federico Fornaro della legge di cui è primo firmatario insieme ad altri 23 colleghi, intitolata “Norme per l’elezione del senato”. “Perché con la nostra proposta alla fine avremmo senatori che a tutti gli effetti sono scelti dai cittadini; eppure sono a tutti gli effetti consiglieri regionali”.  La proposta è stata presentata il 20 gennaio 2016. Naturalmente non può essere incardinata in commissione e tantomeno votata, dato che è tecnicamente una legge di attuazione di una modifica costituzionale che fino al referendum non è in vigore. “Però – ragiona Fornaro – sarebbe un gesto politico molto forte se Renzi, anziché ripetere come ha fatto ieri che il parlamento provvederà a fare una legge, dicesse che il Pd è pronto dopo l’approvazione della riforma ad assumere la nostra proposta come testo base”. Continua a leggere

Perché la minoranza non lascia il Pd. (Perché poi dovrebbe rifarlo)

Oggi, sul quotidiano Il Dubbio

La vicenda dei “separati in casa” nel Partito democratico non è l’ennesimo capitolo della storia delle liti e delle scissioni a sinistra, ma il segno di come sta cambiando la politica e di cosa può diventare, o non diventare. È evidente che l’equilibrio precario tra democratici renziani e non renziani non potrà durare a lungo, come lo stillicidio di rotture e uscite dal Pd – base e dirigenti – preannuncia e dimostra. Nei prossimi mesi, con la tornata amministrativa e il referendum “cosmico” sulla Costituzione, la proposta renziana sarà alla prova decisiva; e al successivo congresso gli equilibri cambieranno, o salteranno. Sarebbe sbagliato ritenere, sulla base della situazione attuale, che l’esito sia già scritto: per quanto appaiano scolpiti nella roccia, i rapporti di forza in politica possono sempre cambiare, se non per convinzione per necessità. È questa in fondo la scommessa degli sconfitti del Pd: non certo che Renzi diventi più “buono”, ma che la sua presa sul partito diventi meno forte. Continua a leggere

Vangelo e Costituzione: perché non accetto lezioni di laicità da Renzi

Da ieri sera mi sto beccando la consueta ondata di tweet ostili (sai che novità) per questa reazione a caldo alla brutale frase di Matteo Renzi “non ho giurato sul Vangelo ma sulla Costituzione”. Naturalmente io non mi sono sognata di criticare una “riforma storica” alla quale sono assolutamente favorevole e che era nel programma del partito che ho votato nel 2013: mi sono semplicemente ribellata a una lezione di laicità, oltretutto fatta in termini inaccettabili (per un cattolico democratico contrapporre Vangelo e Costituzione è né più né meno una bestemmia) che – spiace dirlo – non viene da un pulpito credibile. Continua a leggere

Armistizio, anzi guerra totale. Pd tra Lenin e storytelling

Oggi, sul quotidiano Il Dubbio

Questa idea che la politica è solo comunicazione, c’è da temere, ci sta un tantino prendendo la mano. Perché poi la realtà si prende i suoi diritti, “i fatti hanno la testa dura” diceva quello (ok, era Lenin), e l’effetto grottesco-comico è dietro l’angolo. C’è di buono che se sei dentro la bolla non te ne accorgi, se riesci a star fuori però ti diverti da matti. Tutto sta a vedere dove siano gli italiani adesso, se fuori o dentro la bolla: bella scommessa, elettorale. Continua a leggere

Comunali, sfida aperta. Le partite di Roma e Milano

Ho scritto questo per i giornali locali del gruppo l’Espresso (Il Tirreno, La Gazzetta di Mantova, Il Mattino di Padova, Il Piccolo, Il Centro, La Gazzetta di Reggio, La Gazzetta di Modena, Alto Adige, Il Trentino, Il Messaggero Veneto, La Nuova Sardegna, La Nuova Venezia, La Città di Salerno e altri)

Too close to call. A poche ore dalla chiusura delle liste, e a un mese esatto dal voto, diversi sondaggi (Tecné, Ixé, Ipsos e altri, reperibili anche su internet) fotografano una situazione incerta e scientificamente non prevedibile. Nelle due “capitali” di questa tornata amministrativa, Roma e Milano, nessuno azzarda previsioni. A dire il vero, le cose stanno in modo molto diverso: a Milano si profila una sfida tradizionale, con un ballottaggio incertissimo tra centrodestra e centrosinistra; a Roma nessuno mette in dubbio la partecipazione di Virginia Raggi al secondo turno; è dietro di lei che, nello spazio di un paio di punti percentuali, combattono al buio il candidato del Pd e i due esponenti di una destra divisa. Continua a leggere

Caro Giachetti, mi spieghi adesso come faccio a votarti?

Caro Roberto Giachetti, avendo io votato alle primarie per il tuo avversario, Roberto Morassut, e avendo quindi perso dal momento che tu hai vinto, mi sentirei vincolata a votarti come sindaco. Perché questa, e tu lo sai, è la regola delle primarie: chi perde poi appoggia chi vince, se no non ha alcun senso farle ed è sleale partecipare. Giusto? Continua a leggere

Dei rapporti di forza, ovvero del fare politica

Post cerca-guai. Vorrei parlare in generale, se ci riesco. Anche se non nascondo che lo spunto mi è venuto da diversi commenti al mio post di ieri e in generale all’atteggiamento della minoranza Pd, non solo a proposito del referendum di ottobre. Dicono dunque, in tanti: smettetela di porre condizioni a Renzi, non capite che Renzi non le accetterà? E così via: non vedete che il Pd è già il partito della nazione? Non vi rendete conto che Verdini è già in maggioranza? Queste condizioni che ponete, voi oppositori di Renzi nel Pd, sono ipocrite e fasulle. Perdete sempre. Dovreste invece fare un discorso chiaro: sì o no. Continua a leggere

Il renzismo è nudo. Il referendum del #ciaone

Verrà ricordato come il referendum del #ciaone, c’è poco da fare. Vedremo col tempo chi, il 17 aprile 2016, ha detto #ciaone a chi. Intanto, questo è il dibattito pubblico in Italia, e questa è la politica. L’hanno già scritto in tanti, quei sedici milioni che nonostante gli inviti (eufemismo) a non votare da parte di tutto il potere costituito, politico ed economico, e il silenzio quasi tombale dei media (altro che “siamo più forti dei talk show”, segretario!) sono molto pochi per fare il quorum ma sono molti se configurano un blocco attivo contro un Pd renziano che ai tempi del suo massimo splendore, quelli del famoso 40 per cento delle europee, ne raccolse 11 milioni e 200 mila, e che dopo quel risultato ha perseguito tenacemente un isolamento arrogante, distruggendo intorno a sé ogni parvenza di coalizione e tutti i fili che lo legavano agli altri corpi intermedi, al civismo, alle forme di partecipazione più o meno organizzata. Fino al delirio di insultare irridendo, a urne aperte per un referendum promosso da amministratori del Pd, una consistente fetta del proprio elettorato “colpevole” di autonomia di pensiero e partecipazione. #ciaone, appunto. Continua a leggere