Monthly Archives: October 2012

La storia siamo noi, e lui lo sa

Europa mi ha chiesto un articolo sull’altra sera, quando si era sparsa la notizia che De Gregori avesse firmato il manifesto di Italia Futura

E il treno non l’ha preso, e ha fatto bene. Italo, s’intende. Lui, Francesco De Gregori. Dicono adesso da Italia Futura che ci sia stato un grosso equivoco: il manifesto gliel’avevano mandato, sì. E lui, il Principe, aveva concesso un cenno di riscontro, forse addirittura di apprezzamento. Vi pare poco. Mica è roba che capiti tutti i giorni, con lui. E però, vistosi tra i firmatari, Sua Degregorità deve aver alzato il principesco sopracciglio: perché nel giro di mezz’ora l’associazione italfuturista ha corretto il tiro: c’è stato un errore, ecco.  Continua a leggere

Due buoni compagni di viaggio

non dovrebbero lasciarsi mai. De Gregori non ha firmato il manifesto dei carini. Ovviamente. Bè, era da tanto che pensavo di farvi vedere questa foto. Stasera è la sera giusta.

Grazie Silvio (sulle primarie del Pdl, con ottimismo)

questo post è stato pubblicato sull’huffington post italia

Silvio Berlusconi, indicendo le primarie del Pdl per la sua successione, non ha dato solo una buona notizia alla democrazia italiana. L’ha data anche al Pd, e a chi si augura la vittoria del suo segretario Bersani. Penso questo perché: (continua qui )

Eh ma perché “tutti”.

Voi sessantottini invecchiati male e loro coccolatissimi nipotini. Voi delusi dalla rivoluzione, da Craxi o da Berlusconi, e spesso da tutti e tre. Voi delusi da D’Alema e dal Lingotto, dalla seconda repubblica e dall’irrompere della società civile, dalla fine dei partiti. Voi che avevate capito male. Voi che pensavate di aver capito tutto. Voi che non ce state a capì un cazzo, ma da mo’, e sempre co sto sorrisetto. Voi disposti a credere a tutto e a chiunque, perché non credete più a niente e a nessuno. Voi che la mia generazione ha perso, voi che la mia generazione saremmo tanto bravi ma siamo vittime di quelli che hanno perso. Voi abbarbicati al vostro cinismo, che ci vorreste tutti come voi. Voi che siccome avete perso, e perderete ancora, allora adesso “son tutti uguali”. A voi, dico. Sarebbe riduttivo scrivere che questa è la mia citazione preferita, no: questa citazione sono io. Non mi avrete. Non ci avrete.

(avevo scritto questa cosa ieri sera. la pubblico oggi, felice di poter aggiungere un grazie al mio amico Dario Franceschini per la sua intervista a repubblica)

Difendere Serra è una vergogna. (E adesso querelateci tutti)

Intellettuali e militanti progressisti e innovatori, sempre pronti a gridare allo scandalo se un leader della “vecchia” sinistra anche solo pronuncia il nome di un banchiere o un finanziere, che adesso siete qui che accusate di “moralismo” o peggio di strumentalità chi sostiene che non va bene farsi finanziare una campagna elettorale da chi fa soldi nei paradisi fiscali e non paga le tasse nel nostro paese, che fate battutine sul Monte dei Paschi o sviate il discorso moraleggiando su presunti “eccessi verbali” o benaltreggiando sulla necessità di discutere di banche e trasparenza: ma non vi vergognate neanche un po’? Ma lo sapete che in America, se vogliamo fa’ gli americani, gli speculatori sono considerati nemici della sicurezza nazionale e che nessun candidato alle primarie o alle elezioni si farebbe vedere con uno di loro? Ma ci sarò un limite al cinismo e all’assenza di spirito critico? Ma lo rifondo io il partito comunista, se non la piantate con questa faziosità infantile da ex sessantottini invecchiati male. Lo rifondo e mi ci iscrivo. E poi se volete rottamatemi. Anzi, querelatemi. Querelateci tutti.

Bersani e D’Alema. Tra virgolette

Scusate un attimo eh. Io faccio la giornalista e penso che il mio compito dovrebbe essere raccontare quello che succede, giusto? Ma oggi sono un po’ confusa. Allora, Bersani va a Repubblica tv e, dopo tutto il casino di ieri (che Veltroni aveva detto che non si candidava più, e poi D’Alema aveva detto io mi candiderò se me lo chiederà il partito, che poi è una cosa che D’Alema dice da mesi, per esempio nell’agosto scorso l’ha detto qui ), la prima domanda è: chiederà a D’Alema di ricandidarsi? La risposta di Bersani – copioincollo dall’Ansa – è stata: “Io non chiederò a D’Alema di candidarsi. Io non chiedo a nessuno di candidarsi. Io non sono quello che nomina i deputati. Io farò applicare la regola, chi ha fatto più di quindici anni per essere candidato deve singolarmente chiedere una deroga alla direzione nazionale”. Titolo dell’Ansa stessa, e di tutti i siti: “++ PD: BERSANI, NON CHIEDERO’ A D’ALEMA DI CANDIDARSI ++”. E giù commenti sul fatto che Bersani “rottama D’Alema”.

Passa un’oretta e D’Alema dichiara: “Sono del tutto d’accordo con Bersani: ha giustamente ricordato una procedura che mi è nota, cioè che è l’organismo collegiale che decide. Ha ragione, non spetta a lui e d’altro canto non mi ero rivolto a lui ma al partito”. Titolo di Repubblica: “Bersani: non chiedo a D’Alema di ricandidarsi. La replica: decide il partito, non lui”. In pratica, la descrizione sintetica di uno scazzo terribile tra il segretario e una delle personalità più autorevoli del Pd. Peccato che non solo stessero dicendo la stessa cosa, ma stessero pure dicendo una banalità. Come dice la mia amica Giovanna, infatti, “pensa se il segretario avesse detto che nel caso di D’Alema non si applica lo statuto”.

Allora, facciamo così: io ho capito che siamo nell’epoca di twitter e che i titoli sono titoli e tutto quanto. Però scusate, non potremmo essere un po’ più seri, almeno quando parliamo di un partito serio, almeno nelle intenzioni e nelle regole che si è dato, in cui a differenza che da altre parti dire “decide il partito” non è la stessa cosa che dire “decide il segretario”? Sennò va a finire come m’ha detto prima mio fratello: “Bisogna che sto attento a non dire in pubblico che voglio bene a Bersani. Sennò capace che Repubblica titola ‘Bersani è gay'”.

Nella foto, una recente dichiarazione di Massimo D’Alema sulle primarie del centrosinistra

Attenzione a dare per morti i Popolari

Sul Foglio di oggi è uscito questo mio contributo al dibattito sui cattolici nel Pd. Nella stessa pagina, gli interventi di Enrico Letta, Roberto Reggi, Giuseppe Fioroni, Giorgio Tonini, Mario Adinolfi. Ve li consiglio (chi più, chi meno). 

È interessante riflettere su come la stampa, specie quella solitamente dedita al classico tema del “disagio dei cattolici nel Pd”, oggi scopra la notizia del “tramonto dei popolari”. Il vento rottamatorio non poteva lasciare certo immuni gli eredi di quello che è uno dei due antichi filoni culturali del Pd, e anzi forse i commentatori son stati fin troppo distratti finora, complice la zona d’ombra in cui la guida a sinistra di Bersani e l’arrembante scalata di Renzi hanno posto i vecchi dirigenti cresciuti a piazza del Gesù, poi colonna portante organizzativa e funzionale della Margherita dietro la leadership di Rutelli. Improvvisamente, invece, eccoli nel mirino dei nuovisti: ottusamente intransigenti nell’opposizione al renzismo, gaberianamente autorottamati dal “la mia generazione ha perso” del loro leader storico Castagnetti, tragicamente demodé nella diffidenza per gli entusiasmi partecipativi da gazebo. Continua a leggere

Dice Telese che sono un doberman. (Ma io volevo essere lillieilvagabondo)

Insomma sì, credo di essere uscita viva da un’intervista con Luca Telese. Anche se avrei preferito non essere un doberman, e comunque non un doberman con due enne, ecco.
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=1LICME

Ti rottamo, ma tu non demonizzarmi

Tanto per cambiare ho discusso con Claudio Cerasa, a proposito dell’intervista di Franco Marini e delle solite cose del Pd. Alla fine lui ha riassunto tutto molto bene, qui. Gemellaggio tra blog, carino no? Io però a questa cosa ci ho pensato davvero, e ci continuo a pensare. Non volevo certo dare a lui, né ai molti altri che irridono chiunque critichi Matteo Renzi, del “fascista”. Il problema è che, appunto, succede così sempre. Continua a leggere

La neutralità degli apparati alle primarie (perché io, sapete, sono apparato)

questo post è stato pubblicato sull’huffington post italia

Capita che qualcuno mi rimproveri perché io, direttore di Youdem, televisione ufficiale del Pd, non faccio mistero del fatto che alle primarie del centrosinistra sosterrò Pierluigi Bersani. Lo trovo veramente curioso, ma visto che la cosa appassiona diversa gente, e che l’obiezione viene rivolta anche ad altri, proverò a spiegare il mio concetto di correttezza personale e professionale. (continua qui)