Tag Archives: referendum costituzionale

Basta un noi. Il mio voto democratico

Ultimo giorno. Io voto No, perché amo l’Italia e la nostra Costituzione. Se vince il No, dopo aver respinto la riforma di Berlusconi, avremo stabilito per sempre il principio che nessuno, nemmeno noi, può cambiare la Costituzione, che pure può essere riformata e resa più moderna, per un colpo di maggioranza. Questo non è successo e non può succedere in nessun paese democratico, questo è scritto solennemente nella Carta dei valori del nostro partito, e questo ci chiedeva Giuseppe Dossetti nel 1994, agli albori di questa Seconda Repubblica in cui la Costituzione ha rischiato più volte di essere sottoposta al volere del leader o del partito del momento, e sempre è stata invece tenuta al riparo, grazie a noi. Grazie ai Democratici. Per questo è così importante, e sarà importante comunque per il nostro futuro, che esistano i Democratici per il No, e per questo sono orgogliosa e felice di farne parte. Buona fortuna a noi tutti, e all’Italia.

Referendum: ma siamo sicuri che sia la vittoria del Sì a garantire stabilità? (No)

Ho scritto questo per i giornali locali del gruppo l’Espresso (Il Tirreno, La Gazzetta di Mantova, Libertà, Il Mattino di Padova, Il Piccolo, La Gazzetta di Reggio, La Gazzetta di Modena, Il Messaggero Veneto, La Nuova Sardegna, La Nuova Venezia e altri).

Aveva destato qualche stupore il fatto che ultimamente Matteo Renzi avesse cominciato ad alludere agli scenari successivi a un’eventuale vittoria del No. È bastato attendere e il motivo è diventato chiaro: gli ultimi sondaggi consentiti prima del silenzio preelettorale rendono quella della bocciatura della riforma Boschi un’eventualità non ignorabile, ed è assai verosimile che il premier quei sondaggi li conoscesse da qualche giorno. Tuttavia la drammatizzazione dello scenario post vittoria del No, da parte di Renzi, è indubbiamente anche una tattica per recuperare il consenso che in queste ore sembra sfuggirgli. Evocare un quadro di instabilità può servire a parlare alla “maggioranza silenziosa”, quella massa di indecisi poco politicizzati e poco interessati ad approfondire il merito della riforma che, pur non disposti ad arruolarsi in un plebiscito pro-Renzi potrebbero temere le incertezze di un eventuale e imminente post-Renzi.
Ma è proprio vero che la vittoria del No porterebbe instabilità? Continua a leggere

Dei rapporti di forza, ovvero del fare politica

Post cerca-guai. Vorrei parlare in generale, se ci riesco. Anche se non nascondo che lo spunto mi è venuto da diversi commenti al mio post di ieri e in generale all’atteggiamento della minoranza Pd, non solo a proposito del referendum di ottobre. Dicono dunque, in tanti: smettetela di porre condizioni a Renzi, non capite che Renzi non le accetterà? E così via: non vedete che il Pd è già il partito della nazione? Non vi rendete conto che Verdini è già in maggioranza? Queste condizioni che ponete, voi oppositori di Renzi nel Pd, sono ipocrite e fasulle. Perdete sempre. Dovreste invece fare un discorso chiaro: sì o no. Continua a leggere

Ai compagni della mozione “Bersani incomprensibile”

Post cosmico: ai compagni della mozione “Bersani incomprensibile” ricordo che Bersani ha risposto a una domanda, e ha risposto ribadendo quella che è la linea di tutta la minoranza Pd, già espressa da tutti i suoi esponenti oltre che da lui stesso: votare sì al referendum costituzionale a determinate condizioni (innanzitutto ovviamente il rispetto dell’accordo nel Pd sull’elettività dei senatori) e a patto che non diventi un plebiscito su Renzi. Del resto la minoranza Pd in parlamento questa riforma l’ha votata: può non piacere ma è così. A chi dice “ma lo è già”, un referendum su Renzi: a ottobre manca molto tempo, vedremo. Può darsi che la minoranza Pd prenda atto che la sua posizione e gli accordi con Renzi non vengono rispettati e cambi idea, oppure può darsi di no. Io non lo so. Adesso comunque conta il parere dei cittadini, non quello dei parlamentari. Quello che so è che se vi aspettate che Bersani annunci un cambio di linea politica facendo il figo da solo davanti a un microfono a margine della presentazione di un libro sulla musica popolare, vuol dire che proprio non conoscete Bersani.

Post scriptum: a questo proposito, di cosa è una notizia e cosa no, proprio ieri avevo avuto un amichevole scambio di idee con Gaia Tortora del Tg di La7, che (il tg) aveva appena detto che la minoranza Pd avrebbe votato no, e quindi se Renzi troverà al suo fianco nel comitato del Sì il solito Verdini, Speranza e gli altri staranno con Brunetta. Un bell’esempio di cosa vuol dire essere cornuti e mazziati, non c’è che dire.

Post-post scriptum: qui c’è l’intervista di Giovanni Floris a Bersani che mi pare aiuti a capire il senso del “cosmico”. Segnalo inoltre un bel post di Peppino Caldarola.

Argomenti costituenti. La campagna del Sì

Rapida rassegna degli efficacissimi argomenti con cui sostenitori della riforma Boschi, taluni anche professionalmente accreditati, stanno rispondendo al pacato documento dei 56 costituzionalisti che qualche giorno fa si sono schierati per il No.

  • Siete dei vecchi babbioni.
  • Avete tutti delle gran belle pensioni.
  • Non avete mai riformato niente in vita vostra.
  • La riforma ce l’ha chiesta Napolitano.
  • Ce l’avete con Renzi perché prende in giro i vostri convegni con le tartine.
  • Rosicate con la Boschi perché non vi ha dato una consulenza.
  • La gente è incazzata per via che girano pochi soldi e ogni tanto arrestano un politico, qualcosa dovevamo inventarci.
  • Se non si approva questa riforma, chissà quando ci ricapita.
  • Non sarà un granché, ma da questo parlamento che cacchio pretendevate.

Sono effettivamente argomenti fortissimi. Mi sento pervasa di spirito costituente. Non vedo l’ora che arrivi ottobre, per scrivere sulla scheda il mio voto: “gnègnègnè”.

Aggiornamento: per chi volesse approfondire la questione qui succintamente accennata, suggerisco la lettura di questo meravigliosissimo pezzo di Marco Damilano.