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Sindaci arancioni, bugie e battaglie da fare

Più che la lettera dei tre sindaci, mi hanno colpito le reazioni. Sintomi, gli ennesimi, della malattia di questi giorni bugiardi, di questa politica sempre più incapace di dire la verità agli altri e a se stessa. Cos’hanno detto Pisapia, Doria e Zedda, al di là di qualche riferimento forse un po’ superficiale alla Francia, al di là delle loro specifiche e legittime campagne elettorali? Che il centrosinistra per vincere – e le loro esperienze lo dimostrano – deve essere unito e aperto al civismo e alla partecipazione. Che in questo modo ha vinto in passato e può vincere in futuro.

Così avevo letto, e mi sembrava di non poter essere in disaccordo. Viste le prime reazioni, sono andata a rileggere: eppure c’era scritto proprio così, non avevo capito male. E però qualche amico “di sinistra” uscito dal Pd o tentato di farlo diceva che questo era un appello “al voto utile”, e che non ci sarebbe cascato; perché il Pd non si può più votare, perché non è più di sinistra. E all’opposto qualche altro amico “di sinistra” convertitosi al renzismo diceva che i tre sindaci avevano proprio ragione, che è così che si vince: uniti. Continua a leggere

Su Azzollini e il Pd, in dieci punti

Dato che sui social network temo di non farmi capire, e invece ci tengo:

1) sono felicissima che il senatore Azzollini non vada in galera. Sono felicissima che chiunque non vada in galera. E neanche agli arresti domiciliari.

2) non ho la più pallida idea sull’esistenza di un fumus persecutionis della procura di Trani contro Azzollini. Non ho letto le carte, nemmeno una riga.

3) però il punto è che il fumus o c’è o non c’è. Non è che il giudizio su una richiesta di arresto può dipendere dal fatto che la procura di Trani prende iniziative un po’ strane o che Azzollini deve avere la presunzione di innocenza come tutti. No: si deve valutare se c’è il fumus e poi votare.

4) per questo non  capisco l’sms del presidente Zanda che dice: leggete le carte e giudicate secondo coscienza. E ci mancherebbe altro che un senatore votasse senza leggere le carte e contro la sua coscienza sull’arresto di un altro senatore. Tanto più che il voto su questi temi è segreto, quindi la coscienza è libera per definizione.

5) a meno che Zanda non volesse dire qualcos’altro, che i senatori Pd infatti hanno capito benissimo, e infatti hanno votato in gran parte (due terzi del gruppo, pare) contro l’arresto.

6) se tu Partito democratico vuoi votare contro l’arresto di Azzollini sei liberissimo di farlo e forse fai bene. Però te ne prendi la responsabilità e me lo spieghi, tu che hai le carte sottomano, anche perché, partito mio, in commissione avevi votato a favore, il tuo presidente aveva definito l’arresto “inevitabile” e così io non ci capisco niente (e il grillino gode).

7) che poi la tua vicesegretaria, caro Pd, dichiari due ore dopo il voto che era meglio votare a favore dell’arresto perché “non solo mi sembra corretto rispettare l’approfondito lavoro della Giunta, che così risulta quasi svilito, ma resto convinta che la politica abbia il dovere di mantenere la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e della giustizia. Temo che si sia persa un’occasione per dare un buon segnale di cambiamento”, mi fa proprio cadere le braccia. Perché:

8) mandare in galera qualcuno non è “un segnale di cambiamento” e non si manda in galera nessuno per dare segnali.

9) la Serracchiani non li aveva letti i giornali stamattina prima del voto? Non sapeva dell’sms di Zanda? Come mai non è intervenuta?

10) non ci potete trattare proprio come se fossimo tutti scemi, perché non lo siamo e ci potremmo anche arrabbiare tantissimo.