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Su Azzollini e il Pd, in dieci punti

Dato che sui social network temo di non farmi capire, e invece ci tengo:

1) sono felicissima che il senatore Azzollini non vada in galera. Sono felicissima che chiunque non vada in galera. E neanche agli arresti domiciliari.

2) non ho la più pallida idea sull’esistenza di un fumus persecutionis della procura di Trani contro Azzollini. Non ho letto le carte, nemmeno una riga.

3) però il punto è che il fumus o c’è o non c’è. Non è che il giudizio su una richiesta di arresto può dipendere dal fatto che la procura di Trani prende iniziative un po’ strane o che Azzollini deve avere la presunzione di innocenza come tutti. No: si deve valutare se c’è il fumus e poi votare.

4) per questo non  capisco l’sms del presidente Zanda che dice: leggete le carte e giudicate secondo coscienza. E ci mancherebbe altro che un senatore votasse senza leggere le carte e contro la sua coscienza sull’arresto di un altro senatore. Tanto più che il voto su questi temi è segreto, quindi la coscienza è libera per definizione.

5) a meno che Zanda non volesse dire qualcos’altro, che i senatori Pd infatti hanno capito benissimo, e infatti hanno votato in gran parte (due terzi del gruppo, pare) contro l’arresto.

6) se tu Partito democratico vuoi votare contro l’arresto di Azzollini sei liberissimo di farlo e forse fai bene. Però te ne prendi la responsabilità e me lo spieghi, tu che hai le carte sottomano, anche perché, partito mio, in commissione avevi votato a favore, il tuo presidente aveva definito l’arresto “inevitabile” e così io non ci capisco niente (e il grillino gode).

7) che poi la tua vicesegretaria, caro Pd, dichiari due ore dopo il voto che era meglio votare a favore dell’arresto perché “non solo mi sembra corretto rispettare l’approfondito lavoro della Giunta, che così risulta quasi svilito, ma resto convinta che la politica abbia il dovere di mantenere la massima trasparenza nei confronti dei cittadini e della giustizia. Temo che si sia persa un’occasione per dare un buon segnale di cambiamento”, mi fa proprio cadere le braccia. Perché:

8) mandare in galera qualcuno non è “un segnale di cambiamento” e non si manda in galera nessuno per dare segnali.

9) la Serracchiani non li aveva letti i giornali stamattina prima del voto? Non sapeva dell’sms di Zanda? Come mai non è intervenuta?

10) non ci potete trattare proprio come se fossimo tutti scemi, perché non lo siamo e ci potremmo anche arrabbiare tantissimo.

Esercizi di spirito critico (anche per principianti)

1) Chiedersi SEMPRE “ma se l’avesse fatto Berlusconi”.
2) Chiedersi ALMENO OGNI TANTO “ma se l’avesse fatto Bersani”.

Stavo giusto pensando, per mantenermi in esercizio, a cosa sarebbe successo se nella scorsa legislatura il Pd avesse gentilmente sollevato dall’incarico qualche senatore raccoglifirme alla Ichino o qualche scioperatore della fame alla Giachetti, uno che sta in minoranza anche quando è in maggioranza, o qualsiasi altro renziano, veltroniano, fioroniano, mariniano, civatiano o altro a piacere. Proprio in quel momento ho visto questo tweet di una persona onesta, onesta di pensiero intendo, come Andrea Sarubbi.

Ps: commento critico sull’esercizio di spirito critico.
Bisognerà comunque chiedersi come si sta in una commissione parlamentare da esponente di un gruppo e non da singolo. Voglio dire che io non sono sicura di riconoscermi in pieno nell’atteggiamento di Corradino Mineo, dato che penso che un partito debba essere un soggetto politico e non uno spazio per individualismi dei singoli, e che un senatore in una commissione non rappresenti solo se stesso e le proprie opinioni. Tuttavia vorrei ricordare che prima di cacciare la gente forse varrebbe la pena provare a convincerla, non sia mai magari anche a convincersi reciprocamente. Anche perché, ricordo, Ichino e compagnia si dissociavano da testi approvati a maggioranza negli organismi dirigenti del loro partito, Mineo si oppone a un testo che nemmeno il ministro competente, oggi come oggi, sa dire bene qual è.