Francesco, o del prenderla alla lettera

Pomeriggio un po’ così. Pensi Francesco va ad Assisi oggi, diamo un’occhiata che Assisi – sì, un po’ come Parigi – è sempre una buona idea. Accendi, boh è già cominciato, e ascolti: l’argomento è il perdono – il perdono della Porziuncola, certo. E Francesco parla e a un certo punto dice: “Invito i frati, i vescovi ad andare al confessionale, anch’io andrò. Ci farà bene ricevere il perdono qui, oggi, insieme”. Poi il discorso finisce, e gli amici bravissimi di Tv2000 annunciano che il programma ora prevede la visita ai frati anziani e malati. Ma intanto la cerimonia non finisce, Francesco si incammina verso una navata della basilica, e loro un po’ interdetti annunciano: “Ecco, forse c’è qualche fuori programma”. Certo che c’è un fuori programma, Francesco è andato al confessionale, penso. Ed è allora che mi torna in mente quel vecchio libro, e mi viene da ridere. Perché non impareremo mai.

L’ho ritrovato. Si intitola Roma a prima vista, è una specie di zibaldone di scritti di Heinrich Boll. L’ho rubato durante uno dei tanti traslochi del Popolo – uno degli ultimi traslochi. Credo di non averlo mai letto tutto, ma c’è un capitolo su Assisi che mi ricordavo bene. Con un pizzico di demagogia in più, Assisi poteva essere la seconda Roma, scrive Boll. Poteva essere la capitale del grande scisma, come Bisanzio: “Il piccolo figlio di un mercante aveva l’Europa in mano come una palla: ma la tirò verso Roma”. Attizzò l’incendio, ma solo dopo aver chiesto al papa il permesso di attizzarlo. Perché Francesco, scrive Boll, è uno che nella vita ha preso tutto alla lettera. Pensate a un altro nella stessa situazione: stai pregando in una chiesetta diroccata in mezzo alla campagna e il crocifisso prende su e ti parla (secoli prima di don Camillo eh!), e ti dice “Francesco vai e ripara la mia casa che è in rovina“. Che cosa fa, chiunque? La riforma della Chiesa, come minimo. La rivoluzione. La guerra contro il papa e i vescovi ricchi e corrotti. Chiunque ma non Francesco: lui prende sassi e calce e si mette a restaurare la chiesetta diroccata. Tutto alla lettera prendeva, Francesco. Soprattutto il Vangelo.

E noi invece se papa Francesco dice “andiamo al confessionale“, e poi ci va, pensiamo ah, dev’esserci un fuori programma. Invece di pensare: è ovvio che ci vada. Perché lui è Francesco. E noi chissà se impareremo mai.

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