Rassegna Quirinale: la dottrina Formica

(Inauguro oggi una serie di articoli che se mi andrà proseguirò. E se no, no)

In un colloquio con Fabio Martini della Stampa, e più esplicitamente in un’intervista a Francesco Romanetti del Mattino, Rino Formica non si limita a sponsorizzare per la presidenza della repubblica Giuliano Amato, “non certo” (vabbè) perché è un suo amico e un ex socialista come lui, ma perché ha tutte le caratteristiche e i requisiti a suo avviso richiesti.
Formica afferma con sicurezza e quasi tra le righe una cosa che messa così è una notizia non da poco: e cioè che il patto del Nazareno è finito. Una fase chiusa. “Un rottame”. Così sul Mattino:

«Credo che le
ragioni che hanno condotto al patto
con Berlusconi siano nei fatti già
superate. L’intesa tra i due era
ancorata ad alcuni provvedimenti
legislativi, che richiedevano che si
passasse da una condizione di
inimicizia assoluta ad una di
amicizia possibile. Poi c’era una
parte sommersa del patto: magari
Berlusconi pensava ai suoi problemi
giudiziari e ai bilanci di Mediaset,
mentre sull’altro versante si trattava
di non subire più una sorta di
persecuzione politica»
.
E ora che cosa è cambiato?
«È accaduto che si è profilato un
evento nuovo e non prevedibile:
l’elezione anticipata del presidente
della Repubblica, appunto, che
pone questioni di altra natura,
rispetto a quelle che hanno tenuto in
piedi il “patto del Nazareno”. Ora la
questione riguarda l’assetto politico
di un Paese che muta. Il patto
Renzi-Berlusconi puntava al
mantenimento di un equilibrio
immobile. L’elezione di un
presidente della Repubblica, che
abbia quelle caratteristiche che io
individuo in Giuliano Amato, rompe
e supera la logica del Nazareno».

E ancora, sulla Stampa:

«Renzi si sta aggrappando
al patto del Nazareno
perché la frattura è dentro il
partito di maggioranza, ma in
casi come questi il ciclo politico
entra in crisi. Il Nazareno è finito,
l’illusione della doppia maggioranza
cede davanti all’indivisibilità
del potere, il Presidente
è uno e il prossimo Capo dello
Stato traghetterà il Paese da un
ciclo all’altro».

Sarà vero? Certo che sui giornali di oggi Berlusconi qualche segnale di nervosismo lo dà. Certo che il suo riavvicinamento a Fitto da un lato e ad Alfano dall’altro sembrano proprio due fatti, e non due dicerie. In effetti, potrebbe avere ragione Claudio Cerasa quando sul Foglio avverte che

Storicamente, a ridosso
della chiusura di un patto, il Cav. tende
sempre a rilanciare per ottenere dal suo competitor-alleato
qualcosa in più. La chiave con
cui oggi Berlusconi può rilanciare è prendere
tempo.

Però chissà. Io quelli della prima repubblica non li sottovaluto mai.

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