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Rassegna Quirinale/12: la voce dei cittadini

Due anni fa si votò con la piazza che assediava Montecitorio. Non in senso figurato eh. C’è stato un momento in cui manifestavano contemporaneamente davanti alla camera: quelli con la mortadella contro Prodi, quelli che bruciavano la tessera del Pd contro il Pd, quelli per Ro-do-tà contro tutti gli altri. Gli occupy Pd occupavano il Pd, i giornali traboccavano di campagne anti casta contro questo o quel nome, foto coi carrelli, entità delle pensioni, esami severissimi di statura istituzionale e internazionale. Insomma, era un gran casino, anche un po’ pericoloso per la democrazia, e certamente ha falsato la percezione di quei fatti in chi dentro quei palazzi si trovava, e ha contribuito fortemente a determinare l’esito di quella vicenda.
Oggi, tutt’altro clima. Piazza Montecitorio, almeno per ora, appare assolata e tranquilla. I capi degli occupy Pd stanno a Strasburgo a fare i parlamentari. Le primarie del Fatto quotidiano, che puntavano a rilanciare Rodotà, le ha vinte Magalli. Vedremo se nelle prossime ore si alza un po’ di vento, per ora è calma piatta. Ma qualcosa, attenzione, potrebbe essere in movimento. I grillini, dopo lunga indecisione, sembrano orientati a fare le Quirinarie; solo che il Pd non gli ha dato i nomi, così loro stanno un tantino litigando su chi candidare. Sembrava facile due anni fa dire che uno vale uno: è un po’ più complicato, se decidi di fare politica. Però auguri.
Tuttavia intanto sul Corriere qualcuno finalmente si fa sentire per dire cosa pensa la gente sulla corsa al Quirinale. È a nome dei cittadini infatti, “ci ascoltino”, che la vox populi di Salvatore Settis, intervistato da Paolo Conti, avanza la sua proposta alla Casta: candidate Giuliano Amato.
Sono giorni un po’ così.

Rassegna Quirinale/9: attenzione, c’è un Patto

Lo spin da palazzo Chigi ieri sera è arrivato forte e chiaro sui telefonini di retroscenisti e capiredattori. Sul Quirinale le cose stanno così, diceva la voce di Matteo: c’è un Patto che condizionerà il voto. Berlusconi, sapete, ha fatto un Patto. Un Patto con Bersani e con tutti i miei avversari, contro di me, per portare Giuliano Amato al Colle.
Evidentemente si trattava di un test, come quelli che fanno alle macchine per vedere quanto è forte il colpo a cui può resistere la carrozzeria. Volevano verificare se c’era un limite: la logica, la verosimiglianza, il ridicolo.
La risposta del giornalismo italiano è stata: ok non c’è problema, lo scriviamo.

E voi che cercavate il candidato anti Nazareno dalle parti di Civati e Vendola. A Berlusconi dovevate chiedere. A Berlusconi.

Rassegna Quirinale: la dottrina Formica

(Inauguro oggi una serie di articoli che se mi andrà proseguirò. E se no, no)

In un colloquio con Fabio Martini della Stampa, e più esplicitamente in un’intervista a Francesco Romanetti del Mattino, Rino Formica non si limita a sponsorizzare per la presidenza della repubblica Giuliano Amato, “non certo” (vabbè) perché è un suo amico e un ex socialista come lui, ma perché ha tutte le caratteristiche e i requisiti a suo avviso richiesti.
Formica afferma con sicurezza e quasi tra le righe una cosa che messa così è una notizia non da poco: e cioè che il patto del Nazareno è finito. Una fase chiusa. “Un rottame”. Così sul Mattino:
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