Il presente post va letto come aggiornamento del precedente:
1) su Roma: pensandoci bene, e ricontando, le schede bianche non erano quasi tremila ma poco più di cinquecento. Il dato della partecipazione alle primarie è stata intorno ai 43/44mila, come ha sostenuto fin da domenica sera il comitato Morassut e come avevano ribadito gli esponenti della minoranza Pd che parlavano di allarme sulla partecipazione. Il comitato organizzatore delle primarie ammette che in effetti c’è stato “un errore”.
2) su Napoli: il ricorso di Bassolino è stato respinto senza essere esaminato perché non è stato presentato nei termini previsti di 24 ore dopo la chiusura dei seggi. Il verdetto della commissione di garanzia napoletana era stato anticipato da dichiarazioni compatte del gruppo dirigente nazionale che parlavano di “primarie impeccabili”. Intanto è apparso un altro video di Fanpage coi cosentiniani che raccolgono voti per la Valente. Nel 2011, durante la segreteria Bersani, un analogo ricorso di un esponente dell’allora minoranza era stato accolto e le primarie erano state azzerate. Il Pd napoletano era stato commissariato.
3) di fronte a queste due figuracce planetarie, il gruppo dirigente del Pd non solo non si scusa coi cittadini e gli elettori e con chi ha partecipato alle primarie, e magari anche con chi aveva espresso preoccupazioni rivelatesi fondate, ma annuncia una “resa dei conti” in direzione. Il presidente di garanzia, dal canto suo, parlando della minoranza del suo partito, annuncia che “io questi li asfalto per davvero stavolta”.
4) la domanda, quindi, che sorge spontanea dall’Alpe, dalle valli e dal mar e che ci permettiamo di suggerire anche ai colleghi che prendono sul serio certe dichiarazioni e certe strategie di storytelling è: ma resa dei conti de che?
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