Monthly Archives: February 2014

Godi Fiorenza, poi che se’ sì grande (che per Matteo e per Dario batti l’ali)

Quindi, riepilogando: Dario Nardella era uscito dalla giunta comunale fiorentina un anno fa per fare il deputato. Ieri Dario Nardella è stato rinominato in giunta e immediatamente ha assunto la carica di vicesindaco e reggente (restando deputato? Sì, mi pare che ieri la camera non si sia riunita per votare dimissioni). C’era una vicesindaco di Firenze in realtà, Stefania Saccardi: ma proprio ieri (combinazione!) c’è stato un rimpasto di giunta (regionale) e la Saccardi s’è trasferita lì, ìn Regione.
Dopodiché proprio Nardella si accinge a candidarsi a sindaco di Firenze (in bocca al lupo, penso che per lui sia anche un sacrificio e che avesse fatto programmi di vita diversi), e probabilmente non ci sarà tempo, in tutta questa confusione, di fare anche le primarie. Forse nessuno le chiederà, tra l’altro. Pare che un altro aspirante candidato sindaco infatti, Eugenio Giani, si sia convinto (sempre ieri) di avere buone possibilità di fare il sottosegretario (c’è gente molto intuitiva in giro).
Secondo Sebastiano Messina, su Repubblica, la giornata di ieri dimostra quanto è rapido, efficiente, spiazzante e smart in sindaco uscente di Firenze, autore di una vera e propria “mossa del cavallo”. Secondo altri colleghi inviati in terra toscana tutto questo passa in secondo piano di fronte alla commozione di Matteo, alle sue parole su quanto è bello rischiare tutto per la buona politica e all’abbraccio commosso che ha voluto dare al suo barbiere Tony.
Veloce, va tutto molto veloce di sicuro. Secondo me ci si rimette qualcosa in eleganza, magari. E forse qualche collega solito a fustigare i costumi del ceto politico, ci rimette qualcosina anche in spirito critico.

Oggi non voto alle primarie (Ma sì, facciamoci qualche altro amico)

Dopo la messa, come al solito, sono passata davanti al gazebo. Ho fatto ciao con la manina a Luigi, che stava lì come tutte le altre volte, e questa volta ho proseguito.

Primo motivo. Penso che non abbia alcun senso fare le primarie per eleggere il segretario regionale di un partito, una scelta che interessa solo agli iscritti a un partito e non si vede a chi altro dovrebbe interessare. Tutte le critiche che rendono discutibile il ricorso a primarie aperte per l’elezione del segretario nazionale, nel caso dei segretari regionali acquistano talmente tanta forza che questo argomento non dovrebbe essere nemmeno messo in discussione. Prima che qualcuno me lo dica, che potevamo cambiarle queste regole, rispondo: se potevamo non lo so, non è detto che avremmo avuto la maggioranza per farlo. Ma sicuramente dovevamo provarci con più forza

Secondo motivo. Non è che io partecipi molto attivamente, ma sono iscritta a un circolo del Pd di Roma. Inoltre ho sempre votato a tutte le primarie, lasciando ogni volta mail e recapiti. Ebbene, non ho ricevuto alcuna comunicazione riguardo a oggi. Nessuna convocazione al gazebo, nessun invito a discutere, nessun annuncio di candidatura, nessuna dichiarazione di sostegno. Insomma, non saprei proprio per chi votare. E sinceramente, avendo sfogliato un po’ i giornali, visto che si trattava di schierarsi o coi renziani-con-Bettini o coi renziani-senza-Bettini non ho trovato interessante approfondire.

In bocca al lupo a chiunque sarà eletto, ma soprattutto al Partito democratico.

I Giorni bugiardi continuano (101 + 101 = 202)

(questo post è uscito su Huffington post)

Premessa: scrivo questo post per amore del Partito democratico e per fiducia nel suo futuro. Dirò cose spiacevoli, anche se mi converrebbe starmene zitta. Sarò lunga, e per questo procederò per punti. Il succo è questo: quanto avvenuto in queste ore è la prosecuzione ideale di quanto avvenne nei giorni dell’elezione del presidente della repubblica. Produce lo stesso effetto nei militanti del partito e negli elettori, amplifica e raddoppia l’effetto dell’altra volta. I 101 diventano, per così dire, 202. Con questa affermazione non voglio alludere al fatto che si tratti dell’opera delle stesse persone o che vi sia una continuità tra questi due fatti politici (anche se certo l’ipotesi non sembra da escludere a priori sul piano logico). Ma andiamo in ordine.  Continua a leggere

Cari intellettuali, bisogna saper scegliere in tempo però

(questo post è uscito su Huffington post Italia)

Non ha pietà Pigi Battista sul Corriere di oggi, e un po’ ha ragione però, a sfottere gli intellettuali del “firmamento”: professori, cantanti, scrittori, opinionisti sempre con l’appello in canna, alle prese con l’imbarazzo di aver firmato nel marzo scorso accorati richiami alla responsabilità di governo indirizzati allo stesso Beppe Grillo che oggi si trovano a dover accusare di sessismo, eversione e altra barbarie.

Ognuno si difende come può. La maggior parte si scorda o’ passato e intinge la penna nell’usato calamaio dell’indignazione, Barbara Spinelli invoca la libertà di pensiero critico, Remo Bodei, sul Corriere di oggi, nasconde la trave della propria umiliazione dietro il comodo schermo dell’umiliazione di Bersani: insomma, è la filosofia del filosofo, non sono quelli “del firmamento” ad aver preso la cantonata, ma è stata “la delegazione del Pd” (no professore, quello era il presidente del consiglio incaricato che faceva la consultazioni) ad aver “tirato troppo la corda” durante lo streaming coi 5 stelle, quando avvertiva gli stessi grillini su cosa avrebbe comportato rifiutarsi di mettere in gioco il consenso elettorale ricevuto nel tentativo di formare un governo ottemperando al mandato del presidente della repubblica.

E però il punto è proprio questo. (continua qui)