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“Uh quanti giovani”: riflessione controcorrente sulla campagna elettorale

Una delle osservazioni più scontate che ti fanno quando pubblichi sui social la foto di qualche iniziativa elettorale è: ma son tutti vecchi! (non manca ovviamente la versione original-spiritosissima: “uh quanti giovani!”). Del resto sono anni che nel discorso pubblico italiano essere giovani viene considerato un pregio in sé, nonostante notevoli evidenze del contrario.

Ora, premesso che è vero che alle iniziative di campagna elettorale (di tutti i partiti in genere, Movimento Cinque Stelle unica parziale eccezione, non certo solo del mio) in genere i giovani non ci vanno in massa, e premesso anche che gli anziani votano, e il loro voto vale uno come quello dei giovani per cui non capisco cosa ci sia da schifarli tanto, vorrei far notare pacatamente una cosa.

L’altro giorno ero a Livorno con Bersani per la campagna elettorale di Articolo Uno e della coalizione di centrosinistra. Ho postato una foto della platea e naturalmente subito qualcuno ha commentato “uh quanti giovani!”. Ho spiegato con qualche soddisfazione che a Livorno il programma prevedeva che dopo l’iniziativa del pomeriggio Bersani la sera incontrasse i giovani in birreria: e la sera la birreria Ribello Gallo era strapiena, e i ragazzi sono andati avanti più di due ore a fargli domande, a riprova del fatto che se li cerchi dove ci sono, e soprattutto se hai qualcosa da dirgli, ai giovani la campagna elettorale interessa eccome.

Ma poi siccome sono un po’ tignosa ho chiesto a Marco Chimenti, il nostro coordinatore provinciale: qual è l’età media degli abitanti di Livorno? E lui mi ha risposto: “Cinquantacinque anni”.

E così io, che sono una rompiscatole, ho pensato chissà se dovremmo stamparceli con la stampante 3D, i giovani, per far contenti certi argutissimi critici. Che continuano a fare scelte politiche, e a giudicare la politica, avendo in mente un’Italia che semplicemente non esiste.