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Tre considerazioni a caldo. E che caldo

Faccio anch’io qualche considerazione a caldo e senza pretese di completezza su questo straordinario risultato elettorale, dal mio punto di vista che conoscete: appassionatamente del Pd, appassionatamente non renziana, appassionatamente non disposta a cambiare facilmente idea. Ma oggi davvero complimenti a Matteo Renzi e al gruppo dirigente del Pd, prima di tutto. Detto questo.

1) Non è la vocazione maggioritaria 

Questo incredibile 40,8 per cento non è il realizzarsi della vocazione maggioritaria di Veltroni. Veltroni aveva in mente un bipolarismo compiuto e tendente al bipartitismo, l’Italia uscita dalle urne stanotte è l’opposto: un sistema politico che da un anno sbanda paurosamente perché si sta sgretolando uno dei due assi del bipolarismo imperfetto della seconda repubblica. Continua a leggere

Qualche dubbio sulla tattica, senza gufare. (Anzi)

1) Se la tua strategia è diffondere il panico su cosa succederà di terribile se Grillo arriva primo, perché continui a dire e a far dire che è già arrivato primo l’anno scorso, cosa peraltro che non è neanche vera?
2) Non sarà che a forza di alludere alle cose terribili che farà Grillo se arriva primo, anzi se non gli diamo un distacco di almeno enne punti, legittimiamo Grillo e quasi lo obblighiamo a prendere davvero qualche iniziativa contro il governo nel caso davvero arrivi primo o con un distacco di meno di enne punti?
3) Non sarà che l’arma “se non vinciamo si va alle elezioni” è un tantino evidentemente spuntata, dal momento che se non vinciamo vuol dire che ha vinto qualcun altro (per non parlare del fatto che non ci sono né una legge elettorale né un presidente che scioglierebbe le camere)?
4) Non è che continuare a dire che l’anno scorso il “Pd di qualcun altro” ha perso (cosa che peraltro non è neanche vera) rischia di far scappare qualche voto che invece sarebbe meglio se restasse? Perché il Pd è sempre il nostro Pd, è di tutti noi. No?

Lo dico perché io son felice se vinciamo.