La differenza tra Mattarellum e Giachettellum

L’ho già condiviso sui social, ma vorrei aggiungere una cosa su questo bel post di Enzo Lattuca, al quale sono grata per aver chiarito che, contrariamente alla paradossale vulgata suggerita dagli spin renziani, Roberto Giachetti non ha “solo” esagerato, offendendo una persona che per la propria coerenza ha pagato un prezzo politico e personale, come Roberto Speranza e mancando di rispetto all’assemblea del suo partito e al ruolo istituzionale che grazie al suo partito ricopre: ha proprio detto una falsità. Volevo aggiungere che mi è piaciuto molto il finale.

Ha proprio ragione Enzo: “Le reazioni nevrasteniche sulla primogenitura della proposta servono a poco, il nome è scritto in quel latinetto dal suono rotondo”. Il Mattarellum, c’è poco da fare, è di Mattarella. Se abbiamo avuto quella legge elettorale, se forse l’avremo ancora, lo dobbiamo alla mitezza, alla capacità di mediazione, al rispetto per le ragioni di tutti e alla fiducia nella politica di chi in parlamento seppe costruire il consenso su quella proposta: Sergio Mattarella, appunto. Lo stesso Mattarella che proprio ieri, in un magnifico discorso, ha chiesto che si torni a cercare il consenso più ampio possibile sulle regole comuni, ha letto il referendum come richiesta di partecipazione vera, libera e non episodica e soprattutto ha espresso la sua preoccupazione, la sua passione forse, per l’unità e la coesione tra gli italiani. Con queste parole: “La dialettica rappresenta un ingrediente indispensabile della vita sociale e della democrazia. Può, e deve, essere franca, netta, talvolta anche aspra. Ma l’ascolto delle ragioni degli altri ne costituisce elemento indispensabile, così come è sempre saggio coltivare il beneficio del dubbio e la capacità di porre in discussione le proprie certezze. Si tratta di un appello che desidero rivolgere a tutti gli ambienti del nostro Paese, particolarmente a quello politico, a quello dei mezzi di comunicazione, a quello dei social. Chi suscita e diffonde sentimenti di inimicizia o, addirittura, di odio agisce contro la comunità nazionale; e si illude di poterne orientare la direzione. L’odio che penetra in una società la pervade e si rivolge in tutte le direzioni, verso tutti e verso ciascuno“.

Ecco io penso che per ripristinare il Mattarellum bisognerebbe intanto provare a essere, almeno un pochino, mattarelliani.

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