Intervista sul Pd

Un paio di giorni fa il sito Intelligonews.it mi ha fatto un’intervista. La metto qua, per non perderla. La firma è di Marta Moriconi.

Chiara Geloni è una donna che spegne per sempre i tanti pregiudizi sulle bionde. Su IntelligoNews l’ex direttore di YouDem, da sempre fedelissima di Bersani ma da gennaio disoccupata, con sagacia e lucidità evita polemiche personali ma non si tira indietro alle critiche politiche. Perché “la coerenza per me è un valore” ci dice, ma “ognuno fa le sue scelte”. Chi è più adatto di lei per commentare quello che sembra il riaccendersi di uno scontro interno al Pd che vede (di nuovo) protagonisti consapevoli o meno Bersani, Renzi e D’Alema? Ecco il suo parere sul Pd post-vacanziero.
Sul problema del segretario-premier, Bersani dà ragione a Civati (come ci ha detto) o è il contrario?

“Io rispetto molto Civati che ha fatto una bella campagna alle primarie e secondo me ha assunto un posizionamento politico intelligente dopo. Era difficile perché gestisce un’area faticosa da un piede fuori e uno dentro. Spesso e volentieri lo condivido, però non deve dimenticarsi che se ci troviamo in questa situazione è anche per colpa sua. Il vostro titolo era un po’ malizioso, ma la mia battuta taggata al vostro indirizzo significava che, se ci fosse stata una valutazione maggiore sulle conseguenze del voto dei 101 ma anche sulla scelta di non votare Marini, oggi si sarebbe affermata un’idea di partito un po’ diversa… e che piacerebbe di più anche a Civati”.

Perché è un problema Renzi segretario-premier e perché proprio ora?

“Io ho ascoltato Bersani ieri sera e conosco il contesto nel quale ha detto quella frase oggi tanto ripresa. Se gli si chiede “Renzi si deve dimettere da segretario?”, lui sta semplicemente rispondendo da Bologna in poi che per quanto lo riguarda non avrebbe mantenuto il doppio incarico. Bersani, infatti, non avrebbe continuato a fare il segretario e questa è una cosa che io ho sempre saputo. Perché secondo lui dentro un partito guidato da un segretario che fa il presidente del Consiglio il dibattito e la discussione interna rischiano di essere un po’ inibiti. E’ chiaro che se tu poi muovi una critica la muovi al governo! A quel punto la discussione, diceva lui ieri, più che fatta in casa mia diventa una discussione sul governo del mio Paese. Lo Statuto del Pd, non è che dice che chi è premier debba fare il segretario. E’ una scelta continuare o meno fare il segretario. Bersani gli sta chiedendo di trovare il modo di rispettare e preservare l’autonomia del Pd come partito e così il pluralismo”.

Oggi, proprio a IntelligoNews, Fassina ha dichiarato che va cambiata l’agenda economica. Queste critiche possono contenere anche una sollecitazione a Renzi a discutere più democraticamente tra dem?

“E’ stato ripreso il dibattito dopo le vacanze e si stanno concentrando un po’ di aspetti per questo, e poi c’è stato il mancato invito alla Festa dell’Unità agli avversari di Renzi alle primarie che è stato un po’ antipatico. Forse si può gestire con più pluralismo questa fase. Alcuni atteggiamenti e risposte ad alcune critiche sono state piuttosto brusche e sul piano personale. L’urgenza di Fassina sui temi economici è legata al fatto che c’è un’emergenza reale legata alla vigilia della presentazione della legge di stabilità e di decisioni importanti che devono essere prese e questo alla luce di dati che non danno molto tempo. Fassina quindi non è spinto da questioni interne quanto oggettive”.

Se le diciamo, Renzi D’Alema e in mezzo Orfini cosa risponde?

“Orfini, per chi conosce bene il suo percorso e io ritengo di essere tra questi essendo una sua amica, è diverso tempo che ha tagliato il suo cordone ombelicale con D’Alema. Le sue idee sono quelle scritte nel libro scritto qualche tempo fa e che secondo me non sono molto diverse, nelle analisi, da quelle di Matteo Renzi. Lui ha un giudizio sostanzialmente negativo sulla classe dirigente del Pd degli ultimi 20 anni. La sua analisi è in sostanza “rottamatrice” ma da una posizione più da sinistra di quella di Renzi. Orfini, quello degli ultimi anni, non mi sorprende si distingua da D’Alema. E’ proprio lui, semmai, che rispetto ai primi mesi della segreteria e del governo Renzi ha cambiato i toni e gli atteggiamenti”.

Cosa nasconde questa conversione a U di D’Alema? Qualche ambizione, aspettativa non ricevuta?

“Io faccio un po’ fatica a pensare che un uomo come D’Alema che ha avuto tutto dalla politica, presidente del Consiglio e che tuttora ha incarichi importanti, abbia il problema della sua collocazione personale. Non si deve per forza pensare che dietro ogni critica ci sia la volontà di una poltrona”.

Pa, la Madia e Renzi hanno incontrato un muro, quello degli statali la prima (a cui ha bloccato gli stipendi e ora sono sul piede di guerra) e quello delle Forze dell’Ordine il secondo (che ha parlato di ricatti).

“Ho letto la reazione di Renzi alla dichiarazione di sciopero della Polizia e trasecolo. La sua durezza non è proporzionata alla situazione. Non sono certo dei privilegiati e se c’è confusione perché ci sono 5 corpi di Polizia non è colpa dei poliziotti. Non mi sembra la reazione giusta, capisco che non ci sono i soldi per gli aumenti e nel merito si può discutere di tutto, ma associare al ricatto la protesta di una categoria mi sembra ingiustificato”.

Perché in questa fase le più dure e pure sono Madia, Serracchiani, Moretti, Picierno e altre donne spesso scoperte da Bersani o da lui ben valutate e/o sopravvalutate?

“Forse si sono sentite più valorizzate da Renzi e quindi dal loro punto di vista lo sostengono. Non sono state tutte scoperte da Bersani e in politica ognuno fa le sue valutazioni e scelte”.

Ma la coerenza non è un valore in politica?

“Per me lo è, ma ognuno fa le sue scelte”.

http://www.intelligonews.it/scontro-dem-parla-chiara-geloni-e-svela-renzi-civati-bersani-orfini-e-dalema-oggi/

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