Ammesso che il problema sia Crisafulli

Guardate che Crisafulli – ammesso che il problema sia Crisafulli – non è che vince perché ha le tessere: Crisafulli vince perché ha il consenso. Lui l’ha anche detto, con un certo adorabile umorismo gaglioffo (scusate, de gustibus): “Nella mia città – ha detto – io vinco anche col sorteggio”. C’è da fare le tessere? Crisafulli fa più tessere degli altri. C’è da portare la gente al gazebo? Crisafulli porta più gente di tutti al gazebo. Vale, sia chiaro, per tutti i Crisafulli d’Italia. E però il caso di Crisafulli è molto interessante, per tanti motivi.
Intanto perché è in corso un clamoroso e plateale tentativo di crocifiggere Cuperlo a Crisafulli. Gli autori di questa operazione, dico i renziani, sono gli stessi che quando gli rinfacci qualche episodio paragonabile e imputabile a candidati che anziché Cuperlo sostengono Renzi, ti rispondono indignati: “E noi che c’entriamo? Cosa volete da noi? Mica possiamo conoscere tutti quelli che votano Renzi! Noi parliamo solo dell’Italia e dei suoi problemi, queste cose non ci riguardano!”. Frasi testuali eh, non roba che mi invento io. Ok, ma allora perché il caso Crisafulli dovrebbe riguardare Cuperlo, solo perché Crisafulli per la segreteria nazionale sostiene Cuperlo, e invece il caso dei sessanta iscritti albanesi di Asti che hanno votato un segretario di circolo che sosterrà Renzi non dovrebbe riguardare Renzi? Ma non è tutto.
Il fatto è che Crisafulli qualche mese fa venne escluso dalle liste delle elezioni politiche. Escluso per decisione della commissione di garanzia nazionale, dopo che – e ti pareva – aveva vinto le primarie nella sua città. Fu una decisione abbastanza clamorosa, anche se ormai nessuno si ricorda niente di quello che è successo il giorno prima. Ora qualcuno potrebbe dire: “Appunto! E perché ora gli si consente di fare il segretario provinciale?”. A quel qualcuno direi che potrebbe per esempio chiedere al segretario regionale della Sicilia, che non è certo un sostenitore di Cuperlo, ma un esponente di Area democratica che voterà Renzi. O agli altri dirigenti regionali, ormai quasi tutti renziani anche loro. Tuttavia il punto è un altro, e proprio questo episodio lo rivela.
Per mesi, ma forse potrei dire da anni, nel Pd e anche nel dibattito pubblico è stato sottoposto al ludibrio chiunque evocasse qualsiasi tema di regole, dall’albo degli elettori alla necessità di alcuni requisiti per votare eccetera. Si è detto che l’unica regola accettabile era quella delle primarie aperte, di un congresso accessibile a chiunque. Posizioni diverse da questa, infine, nel Pd sono state sconfitte. È per questa idea che massima apertura sia sinonimo di massima democraticità che oggi è in corso un congresso in cui chiunque può votare, anche uno sconosciuto che si presenta al circolo con quindici euro in mano, anzi soprattutto lui. I risultati sono sotto gli occhi di tutti noi, purtroppo. E io penso che questi risultati dipendano dal fatto che il presupposto – apertura uguale democrazia e rinnovamento – è sbagliato. Che se non c’è un criterio, se non c’è un soggetto che abbia titolo, se non ci sono regole e meccanismi per farle rispettare, se non c’è una comunità che propone se stessa, i suoi valori, e che viene prima dei singoli e anche del consenso dei singoli, la partita del cambiamento non diventa più facile, diventa più difficile e anzi impossibile.
Ora, di fronte a tutto questo, Gianni Cuperlo ieri ha detto: fermiamoci. Fermiamo il tesseramento domani, che si chiudono i congressi di circolo, e almeno la fase nazionale facciamola in un altro modo. Guardate: non è neanche una gran proposta. Perché tanto il segretario nazionale poi si elegge alle primarie, per cui non si vede perché uno dovrebbe spendere quindici euro per esprimere un voto che potrà esprimere lo stesso, una settimana dopo, spendendone solo due; però sarebbe un segnale davanti all’opinione pubblica, il segnale che il Pd ha capito che così non può andare, che non vuole che vada così. Dal comitato Renzi, con un tipico riflesso pavloviano, è arrivata immediata la risposta: “Non si cambiano le regole in corsa! Giù le mani!”. E dunque abbiamo capito: va bene così. Ma allora almeno lasciate in pace Crisafulli, che con queste regole ha vinto alla grande, e che se fosse per queste regole oggi sarebbe deputato, altro che segretario provinciale.

5 Responses to Ammesso che il problema sia Crisafulli

  1. angelo argento

    Cara Chiara, siccome stimo la tua intelligenza, ti rispondo da ennese e primo firmatario del ricorso contro Crisafulli e suo storico avversario ad Enna.
    Sbagli! Sbagli perche’ non puoi legittimare un congresso farsa, “vinto” da Crisafulli (che gaglioffamente, il furbo in questo Paese fa sempre simpatia piu’ suimpatia dell’onesto, ha dichiarato di vincere anche asorteggio) questa volta consapevoe della sua sconfitta certa non ha voluto rischiare neanche il sorteggio e ha impedito a centinai di amici di iscriversi con la conplicita’ di vecchi residuati del Pd ancora assisi, per poco, ai vertici del partito siciliano. Tu non sei ennese e siciliana e quindi ti giustifico, ma non sai e non vivi una realta’ sottoposta al continuo ricatto del bisogno anche per questo voto Renzi, nella speranza di cambiare verso alla politica e non solo ad Enna

    • e chi legittima niente Angelo? Chiedo – e ti chiedo, visto che voti Renzi in nome di questo – in quale modo Renzi, e il modello di partito che ha in mente, e il tipo di congresso che stiamo facendo, operino in modo da eliminare queste storture. a me sembra evidente che quello che sta accadendo è il contrario

      • angelo argento

        Invece quello che scrivi legittima i comportamenti di Crisafulli quando dici che vince perche’ “controlla” il “suo” territorio! Cosa fara’ Renzi non lo so spero che ai proclami seguino i fatti. Oggi so che Crisafulli sostiene Cuperlo e Cuperlo non ha rinnegato Crisafulli ne ha disprezzato i suoi voti anzi, anche dalle tue parole legittimanti, non dispiacciono… E questo mi basta.

        • non dico niente di quello che mi attribuisci. dico che vince, e basta. (e dico che l’unica volta che gli è stato impedito di candidarsi gliel’ha impedito il pd di bersani)

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