E no, sul testamento biologico il Pd non si è diviso

Non che ci sia niente da festeggiare, visto che la legge sul testamento biologico (appena approvata in via definitiva a Montecitorio) è brutta e sbagliata.

E tuttavia, a costo di urtare la sensibilità stessa di tanti democratici oggi arrabbiati e delusi, va detto: in questo passaggio il Pd ha segnato un punto positivo. È un paradosso amaro, ma da non nascondersi. Perché è nell`interesse dell`Italia che il Pd vinca la sua scommessa iniziale, quella di far incontrare credenti e non, culture e storie diverse, e in questo incontro dar vita a soluzioni.che durino nel tempo e non inchiodino gli italiani a un bipolarismo etico sterile e incattivito.

Il voto dell`altro giorno va letto senza pigrizia intellettuale e senza preconcetti: e la notizia è che sul testamento biologico il Pd non si è «spaccato», né tra laici e cattolici, né tra ex di questo o quell`altro partito. La libertà di coscienza non è stata la scorciatoia per ripiegamenti identitari né una furbizia per nascondere le divisioni, ma si è dimostrata uno strumento utile a cercare soluzioni più ampiamente condivise rispetto al punto di partenza. Lo dicono i fatti, e i tabulati dell`aula: su una materia tanto complessa e delicata, i deputati del Pd sono riusciti a presentare un unico pacchetto di emendamenti condivisi, e li hanno votati in modo sostanzialmente unanime, salvo qualche scheda tolta per non partecipare al voto e quattro-cinque lucine rosse, mai determinanti. Un po` poco per parlare di spaccatura politica. Anche sul voto finale, a scrutinio segreto, il pluralismo non è stato una foglia di fico. Tutto il gruppo si è dichiarato fortemente contrario ai contenuti della legge.

Nessun deputato del Pd ha mai dichiarato pubblicamente l`intenzione di votare a favore. Non sarebbe andata così, solo qualche anno fa. Segno che di passi in avanti se ne fanno, che la convivenza non è forzata e l`esperimento non sta fallendo, nemmeno sui temi più difficili. Segno che chi rivendica insieme la fedeltà profonda alle proprie convinzioni e ai propri valori e l`autonomia della politica non è un sognatore che combatte coi mulini a vento, ma forse è un politico che riconosce i segni dei tempi meglio di chi ha un`idea diversa del mestiere.

l’Unità, 14 luglio 2011

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