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La differenza tra Mattarellum e Giachettellum

L’ho già condiviso sui social, ma vorrei aggiungere una cosa su questo bel post di Enzo Lattuca, al quale sono grata per aver chiarito che, contrariamente alla paradossale vulgata suggerita dagli spin renziani, Roberto Giachetti non ha “solo” esagerato, offendendo una persona che per la propria coerenza ha pagato un prezzo politico e personale, come Roberto Speranza e mancando di rispetto all’assemblea del suo partito e al ruolo istituzionale che grazie al suo partito ricopre: ha proprio detto una falsità. Volevo aggiungere che mi è piaciuto molto il finale. Continua a leggere

Il premio al partito ammazzando il partito

Quindi – grande vittoria – abbiamo strappato a Berlusconi il sì al premio alla lista e non più alla coalizione. Io sono d’accordo. Per chi ha creduto nel Partito democratico, poter finalmente votare direttamente per il proprio partito, e poter puntare a vincere col proprio partito, è una soddisfazione grande, in un paese nel quale per anni per essere cool bisognava parlare male dei partiti, e per avere chances di vittoria alle elezioni bisognava nascondere il partito in qualche calderone indistinto, e per essere leader era meglio se rinnegavi la tua storia di partito. L’avevo anche scritto – altri tempi – qui.
E tuttavia, proprio oggi, mi chiedo: cos’è un partito? Un posto dove io ci sto, ma se io non sono d’accordo si va da Verdini e ci si mette d’accordo con lui per fare quello su cui io non sono d’accordo. E se poi anche un pezzo del partito di Verdini non è d’accordo, chi se ne frega tanto i numeri ci sono. È questo, un partito? Che partito è? Cosa lo voto a fare?

Rottamare il Mattarellum

Sulla legge elettorale siamo tutti molto nervosi, troppo. E’ una questione sulla quale è facile trasformarsi da analisti in tifosi. Siamo tutti figli della nostra storia, e la vicenda della Seconda Repubblica, sebbene si avvii alla fine, è difficile da valutare con distacco. Tutti ricordiamo una stagione di entusiasmo e per la nostra parte anche di vittorie, legata a un nuovo modo di partecipare, all’introduzione per via referendaria del sistema elettorale maggioritario. E d’altro canto ci siamo ripetuti mille volte la litania dei difetti del sistema proporzionale della Prima Repubblica, coi ricatti, la frammentazione e l’instabilità che ne derivavano. Oggi abbiamo di fronte il disastro distruttivo del Porcellum, una legge che – non lo ripetiamo con sufficiente convinzione, ma è così – i democratici italiani hanno subito e che i democratici italiani, tutti i democratici italiani, vogliono cambiare per i suoi effetti catastrofici sul rapporto di rappresentanza e sulla percezione stessa della politica. Continua a leggere