Avere ragione

Stante il titolo di questo blog, non posso omettere per ragioni di pertinenza tematica di pubblicare questa intervista che il sito Intelligonews.it mi ha fatto per rimarcare il fatto che AVEVO RAGIONE. L’autore è Andrea De Angelis. Un sorriso, Chiara.

Chiara Geloni in una nostra intervista affermò: “Vedremo questo “ciaone” a chi sarà rivolto nei prossimi mesi: credo che lascerà qualche ferita nel campo della sinistra, difficilmente rimarginabile”. Detto fatto, visto che lo stesso Renzi nel commentare l’esito delle comunali ha affermato: “Chi vota contro il Pd a sinistra mi sembra vada più verso i 5Stelle che da Airaudo o Fassina”. Insomma, un attacco, ma anche un’ammissione. Tanto che Di Maio non ha aspettato un attimo per colpire nel segno: “Non ho mai visto il Presidente del Consiglio dei Ministri così imbarazzato come oggi in conferenza stampa. I cittadini gli hanno restituito il “ciaone” e lui finge di nulla”, ha scritto su Facebook il membro del Direttorio 5 Stelle. IntelligoNews ha richiamato dunque Chiara Geloni che ha così commentato l’esito delle elezioni amministrative…

Sul “ciaone” di Carbone aveva ragione lei, si è rivelato un boomerang per il Pd?
“Credo che al di là delle parole che preferirei non utilizzare perché è un linguaggio che non mi piace, è evidente che in questi anni la strategia comunicativa e politica del gruppo dirigente del Pd ha creato una frattura all’interno del suo elettorato che non è tornato a votare Pd, o rimanendo a casa o scegliendo altre alternative. Questa scommessa di poter essere autosufficienti rispetto a quell’elettorato, di lì il “ciaone”, dipendeva dalla convinzione di poterlo sostituire con consensi diversi, da mondi che non votavano Pd. Però mi pare che quei consensi non siano arrivati”.
Comunali, Geloni: 'Base Pd chiede a Renzi di cambiare strada. Centrodestra ancora vivo'

Ogni riferimento a Verdini non è puramente casuale?
“Non credo che Verdini possa essere considerato un bacino di un consenso. Verdini è un soggetto parlamentare, che non è più di tanto presente nell’elettorato. Mi riferisco più in generale alla scommessa renziana che non esistesse più un elettorato forte di centrodestra, considerato di conseguenza terreno di conquista per il Partito Democratico. Questa cosa non è vera, non avviene. Gli elettori di centrodestra esistono ancora anche se la leadership di Berlusconi non è più quella di un tempo”.

Si veda Milano. 
“In queste elezioni il centrodestra dimostra ancora una volta la sua vitalità che non è la soluzione dei problemi politici che la fine dell’epoca berlusconiana lascia ancora tutti sul campo, ma dimostra che quando c’è un’alternativa che riesce ad essere compresa dagli elettori le persone si orientano da sole, come hanno fatto a Roma con la Meloni a prescindere dalle indicazioni di Berlusconi. A Milano poi Parisi doveva essere annientato dalla strategia espansiva di un candidato come Sala che avrebbe dovuto prendere voti nel campo del centrodestra, ma questo non è successo e il Pd probabilmente ha perso qualcosa rispetto a cinque anni fa”.
Ieri Renzi a chi gli chiedeva l’influenza della minoranza dem sulle elezioni, ha risposto che quell’elettorato non ha votato Fassina e Airaudo, ma il Movimento 5 Stelle. Ha ragione Renzi?
“Gli elettori che il Pd perde per strada al momento non hanno trovato una risposta alternativa che li convince di più. O non votano, o votano il Movimento 5 Stelle oppure votano dove c’è un’alternativa di sinistra che riconosco, qui sono d’accordo con Renzi, non essere stata fortissima in queste elezioni. L’elettorato esprime cioè la sua delusione, il suo sconcerto di una modalità di guida del Pd, ma non ha deciso di voltargli le spalle. Semmai queste persone sono in attesa di capire se nel partito c’è ancora spazio per la loro cultura o passione, o se devono rassegnarsi a ritornarsene a casa per cercare altri luoghi dove esprimere la propria passione politica”.
Come andrà a finire?
“Non lo so, dipenderà dalla reazione del gruppo dirigente del Pd. Mi pare che per il momento la reazione non sia proprio quella da me sperata. Aprire il processo al Pd quando non vota come Renzi vorrebbe, minacciando lanciafiamme, commissariamenti e altro non è la strada per capire quello che sta succedendo. L’elettorato chiede al Pd di cambiare strada e con un po’ di umiltà, più di quella dimostrata fino a questo momento, sarebbe bene che il gruppo dirigente lo ascoltasse”.

One Response to Avere ragione

  1. nonunacosaseria

    un po’ d’umiltà.
    già.
    se c’è un tratto distintivo del PD attuale è l’arroganza verso chi non è allineato al Verbo.

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