Lezioni greche: come fa a finire una democrazia

Ho appena finito di leggere “Socrate, per esempio”, il nuovo libro di Mariangela Galatea Vaglio. Leggetelo anche voi, portatelo in spiaggia, parlatene ai bambini. Vi divertirete voi, farete un regalo a loro. Io l’anno scorso l’ho fatto, col libro precedente, quello di Didone, ed è andata così: meglio di Beautiful. Che Galatea a storytelling non la batte nessuno. Ma mo’ volevo dirvi un’altra cosa. 

Non è una storia della filosofia, “Socrate”. È una raccolta di ritratti, indelebili, di personaggi della storia greca che hanno avuto a che fare con le scienze, col sapere, con le domande che gli uomini si fanno. Che già definire “filosofia” non è facile, e specialmente non lo era allora. Galatea ha talmente confidenza con quel mondo e una tale naturalezza nello scrivere che, appunto, è meglio di Beautiful. Ma si vede che sotto questa spettacolare sceneggiatura c’è sostanza, e lo si dimostra leggendo articoli come questo, in cui è evidente che la ragazza ha studiato e tiene testa ai grandi specialisti che scrivono sui giornaloni.

Perché è ovvio che quest’anno, leggendo “Socrate”, penserete tutti alla Grecia di adesso. E anche un po’ all’Italia. Alcibiade, per esempio: in altre parole, come può finire la democrazia in un paese. Come ci si può stancare di un sistema “che come bel risultato ha prodotto un mare di chiacchiere e cialtroni al potere, una guerra che non finisce più, lutti che non si contano, e il campione più famoso d’Atene che per scampare a uno strampalato processo s’è dato al nemico”. Come può capitare che si trovi ragionevole dar retta a uno che arriva da fuori e dice “che per uscire dalla guerra ci vogliono riforme costituzionali e tagli al welfare, e un nuovo leader giovane e spregiudicato, perché è Sparta che ce lo chiede. Ci si aspetterebbe che gli tirassero i tavoli in testa al solo sentirlo aprire bocca gli Ateniesi così fieri della loro città libera e del loro regime politico che hanno orgogliosamente elogiato come il migliore del mondo. Invece la cosa viene pacificamente accettata, anzi si nomina una commissione per studiare come abbatterla nel modo più veloce ed efficiente possibile, questa povera democrazia”. E così, via la bulè coi suoi 500 membri di tutte le tribù e le classi sociali che decidono su tutto. E soprattutto, via “tutti i sostegni e i rimborsi economici che consentivano a tanti cittadini di continuare a campare”. Via “quel sistema di aiuti sociali che da Pericle in poi aveva reso tanti cittadini ateniesi se non ricchi almeno non tanto poveri”. Roba che costa alla collettività, che pesa di più su chi ha di più. E allora mo’ basta mettere fuori soldi che poi non rientreranno, basta con ‘sto sistema, pensano gli ateniesi. Che è pure giusto che la politica la faccia chi ha i soldi per farla, mica è roba da tutti santi numi. Mica può essere un costo. E si consegnano al tiranno, al declino, a Sparta.

Insomma vabè, fatelo leggere ai bambini, ma anche i grandi se lo leggono non è male. Questo libro può far venire delle idee, magari anche strane, ma utili a riflettere, mica solo sul passato.

Ps: Elena due mesi fa ha fatto la prima comunione. Le ho regalato l’Iliade e l’Odissea, quelli grossi col testo greco a fronte. Quando ha aperto il pacco stava per piangere. Poi le ho detto: “È la storia di Elena, quella vera, da leggere quando sarai grande!”. E lei si è illuminata: “Ganzo!”

Socrate, per esempio. Altre storie dal passato
Mariangela Galatea Vaglio
Castelvecchi editore
16 euro

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