Rassegna Quirinale/7: i 101

A una settimana esatta dal primo voto, Stefano Fassina – probabilmente esasperato dalle minacce e dai richiami alla disciplina di maggioranza che continuano ad arrivare da pulpiti non sempre titolati – riporta sotto i riflettori il grande rimosso della vita interna del Pd: la vicenda che determinò l’eccezionale rielezione di Napolitano e su cui si concluse drammaticamente la segreteria Bersani.
Secondo Fassina, che come sa chi lo conosce può sbagliare ma sempre per eccesso di generosità e buona fede, “non è un segreto” che fu Matteo Renzi il capo dei 101. La dichiarazione spopola sui giornali di oggi, ma a chi scrive pare che il clamore sia eccessivo. I fatti successivi agli eventi dell’aprile 2013 illuminano con una certa chiarezza quanto è avvenuto.

Come già scrivevamo con Stefano Di Traglia nel nostro libro Giorni bugiardi, se vogliamo stare alla politica e non alle accuse personali l’elezione del presidente della repubblica due anni fa ha incrociato due dinamiche politiche: c’era chi voleva mettere fine alla leadership di Bersani nel Pd e c’era chi riteneva irrealistico il suo insistere sul governo di cambiamento e voleva aprire la strada alle larghe intese. Due fatti puntualmente avvenuti, insieme ad altri successivi che li spiegano anche meglio.
“Che andasse affermandosi un disegno politico diverso da quello di Bersani, e che fosse quindi necessario togliere di mezzo chi quel disegno politico ostacolava, ciò di cui sembrano convinti l’ex segretario e i suoi più stretti collaboratori, che a questo si sia aggiunta o meno una carenza strategica o comunicativa del gruppo dirigente del Pd, e quanto infine abbiano pesato i limiti di popolarità dei due candidati alla carica di presidente (Prodi e Franco Marini, ndr), è evidente che i 101 sono stati 101 per caso, gli uni all’insaputa degli altri, almeno in parte: nessuno nel Pd ha 101 parlamentari che rispondono ai suoi ordini. Anzi, Bersani è convinto che 101 sia una cifra approssimata per difetto, perché ‘da qualche parte un po’ di voti sparsi su Prodi sono arrivati’ e quindi quelli del Pd che mancano all’appello sono di più. Gruppi diversi, anche animati da diverse motivazioni e spinti da diversi passaparola, hanno determinato il risultato finale. Non è detto però che la regia non fosse unica o, per meglio dire, unitaria”. (Giorni bugiardi, pagina 225).
Il mistero insomma è un mistero fino a un certo punto. Del resto anche Sandra Zampa, autrice di un altro libro sulla vicenda, I tre giorni che sconvolsero il Pd, spesso citato per confutare Giorni bugiardi, vicepresidente del Pd e non certo antirenziana, oggi in un’intervista a Famiglia cristiana dà una interpretazione che non si discosta poi tantissimo da quella del nostro libro.
Che tornino fuori i 101 però non deve stupire. Nelle prossime ore, tutto sarà ricordato. Le dichiarazioni dei renziani contro la candidatura di Marini, accusato di “non unire il partito”, Renzi in tv durante l’assemblea dei grandi elettori a definire Marini “peggio di uno di destra”, il suo essere stato il primo dopo il voto dei 101 a dire che Prodi era ormai fuori dalla corsa. Insieme ai comportamenti e alle dichiarazioni di tutti gli altri dirigenti del Pd di allora, certo. E di adesso. Siamo solo all’inizio di una lunga settimana.

One Response to Rassegna Quirinale/7: i 101

  1. è triste che a due anni di distanza siamo ancora lì, ai 101!
    per come la vedo io – e magari la vedo sbagliata – lì ci furono colpe di tutti. bersani gestì male la partita presidenziale (gestì male tutto il post-elezioni, probabilmente era stanco o eccessivamente preoccupato dalla fronda interna, io questo non lo so, ma so che non ne azzeccò praticamente una – lo dico con il massimo rispetto per bersani e per la sua generosità / lealtà per la ditta) e gestì male soprattutto la candidatura prodi. ciò non toglie che ci furono i 101 e furono 101 strnz.
    ti dirò: a me chi li guidasse i 101 e chi fossero importa relativamente. chi sia stato non lo so, non lo voglio neanche sapere. che il PD sia una guerra tra bande è assodato, 101 o non 101. mi spiace perché ho contribuito a fondarlo pure io, un giorno di quasi otto anni fa che alzai la manina per votare la fine di un’esperienza politica, e mi spiace perché amici e conoscenti che stimo vi si impegnano tutti i giorni, ma questa è la realtà del PD, c’è poco da fare.

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