Emorragia o boom, il problema sono sempre gli iscritti (al Pd)

Insomma nel Pd è “boom di tessere sospette”, scrive oggi Repubblica. Una notizia molto seria, niente affatto inventata, documentata da circostanze precise e inquietanti, con tanto di provvedimenti presi dal Pd nazionale per verificare la gravità dei fenomeni. Un bel pezzo, come altri su altri giornali. Un pezzo che però mi ha fatto ridere. E come mai tutto sto cinismo, direte. No, è perché mi son ricordata una cosa.

Mi sono ricordata di quando, qualche mese fa, i giornali erano pieni di pezzi sul Pd intitolati alla clamorosa notizia del “crollo del tesseramento”, all’allarme sull'”emorragia degli iscritti”, e ci si interrogava sui motivi di questi abbandoni, si descrivevano i militanti esasperati, i dirigenti allarmati. E mi ricordo, era giugno o luglio, mi ricordo che io pensavo a quello che avrei scritto quando poi a ottobre sarebbero usciti i pezzi sul boom sospetto delle tessere. E mica perché ho la palla di vetro, sapete. Semplicemente perché basta mettere in fila i fatti, se si sanno.

Allora, siamo nel 2013. A febbraio si vota per le politiche. Le energie del partito sono concentrate ovviamente su un appuntamento elettorale atteso da cinque anni. Tutto sommato è abbastanza ovvio che il tesseramento – nonostante una campagna di comunicazione pro adesioni all’inizio dell’anno ci sia stata, l’unica in tutto l’anno – parta un po’ più a rilento degli altri anni. Poi le elezioni vanno come vanno, ci sono due mesi di adempimenti istituzionali e trattative politiche, e parecchie cose restano per così dire in sospeso. Infine, si vota per la presidenza della repubblica, succede tutto quel che succede, i 101 fanno i 101, si dimette il segretario, nasce un governo di larghe intese, si fa un altro segretario eccetera eccetera. Siamo a maggio, all’inizio di giugno. Vorrei sapere in quei mesi chi è che aveva voglia di iscriversi al Pd: io no, e non l’ho fatto. Ma vorrei sapere anche quanti segretari di circolo o segretari provinciali pensavano a iniziative sul tesseramento in quei mesi. Che io sappia, nessuno. Ed ecco che a giugno, a luglio, escono gli articoli con le grida d’allarme: crolla il tesseramento! (Rispetto a quando? Rispetto a cosa?). Ed ecco che io penso: ma possibile che a nessuno di questi colleghi, tutti più bravi, più esperti e più autorevoli di me, venga in mente che nell’anno del congresso, quando arriverà il momento, a tesserarsi saranno anche in troppi? Io, per esempio, mi sono iscritta la settimana scorsa: per poter votare come segretario di Roma per quella meravigliosa persona appassionata, generosa, genuina che è Tommaso Michea Giuntella.

Ho scritto questo, su twitter, vabè l’ho scritto in 140 caratteri quindi spiegandolo un po’ peggio, e la mia amica Annalisa Cuzzocrea, che è una bravissima collega di Repubblica, s’è risentita e m’ha rimproverato il “giochino qualunquista” di prendermela coi giornali.

Quelle denunce arrivano da voi, dal Pd, mi ha detto. E ha ragione, Annalisa, solo che arrivavano dal Pd anche quelle di quest’estate. E però allora un giornalista cosa fa, tutto quello che gli arriva lo scrive? Oppure lo spiega, lo mette in un contesto? Perché il contesto, quest’estate, era questo: che c’erano alcuni del Pd, Dario Franceschini più esplicitamente di tutti ma anche altri, che sostenevano che al congresso per eleggere il nuovo segretario del partito era giusto che votassero solo gli iscritti al partito; e c’erano altri, soprattutto tra i più vicini a Matteo Renzi e a Walter Veltroni, che invece si battevano per le primarie aperte, il più aperte possibile. Ecco, a me pare probabile che fossero questi ultimi a soffiare sulla notizia del crollo degli iscritti. In qualche caso, più che probabile, è documentato: “A quelli che vogliono far eleggere il segretario solo dagli iscritti, farei notare che in giro c’è un’aria pesante sul tesseramento, anche da noi in Lombardia”, dice Vinicio Peluffo, un deputato del Pd vicino a Veltroni, nell’incipit del pezzo di Carlo Bertini intitolato “Pd, crolla il tesseramento” del 14 giugno sulla Stampa. Intanto, in quei giorni Matteo Renzi ironizzava nei comizi delle feste democratiche sul fatto che “dovevamo dimezzare i parlamentari, non gli iscritti” e ci istruiva sul notevole principio che un partito da lui guidato avrebbe puntato ad aumentare, non a perdere, tessere e consensi: un vero principio cardine del renzismo, poi debitamente sviluppato nella mozione congressuale.

Insomma, certo che era vero che a giugno le tessere erano poche. Il punto è che non era una notizia, ma un fatto totalmente fisiologico e normale. E che il problema semmai alla fine, come vediamo in questi giorni, sarebbe stato tutt’altro: l’opposto. Solo che qualcuno ci ha giocato un po’ per delegittimare il ruolo degli iscritti e rafforzare i propri argomenti a favore delle primarie aperte. Che adesso si faranno, e siamo tutti contenti per carità, così come siamo tutti d’accordo che bisogna stare attentissimi con questi tesseramenti anomali. E però ecco, lasciatemi dire: suvvia.

2 Responses to Emorragia o boom, il problema sono sempre gli iscritti (al Pd)

  1. posso andare un po’ OT rispetto al tuo post?
    sì? posso?
    ok.
    anni fa ero in segreteria comunale dei DS. ricordo bene quel che facevamo tutti gli anni:
    1. festa del tesseramento, che altro non era che una mangiata davanti alla sezione con discorso del consigliere regionale e del parlamentare (ci accontentavamo di poco, già), ma che serviva per dare un momento di unità e un messaggio ai vecchi iscritti per dire “ehi, ci siamo ancora e vogliamo fare un po’ di cose anche quest’anno”
    2. lettura dell’elenco degli iscritti dell’anno precedente per vedere chi non aveva rinnovato. e se si trovava quello che in genere partecipava e dava un contributo e quest’anno non si era ancora iscritto, ci si domandava perché non si era iscritto, in cosa si era sbagliato e poi qualcuno lo contattava e partiva l’operazione recupero.
    dalle mie parti – non so se anche altrove è così – questa cosa si è un po’ persa, unita allo scioglimento dei ds. c’è gente che si dava tanto da fare e non rinnova la tessera da anni e nessuno che l’ha cercata. o, meglio, non l’ha cercata fino ad oggi che quella persona serve per votare tizio o caio come segretario comunale. non è questo il pd che volevo.

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